L’arte di saper riparare
‘Siamo in tempi duri’. Leggiamo e ascoltiamo queste parole quasi ovunque: sui social, in tv, nei bar, per strada. Senz’altro stiamo vivendo un periodo di “schizofrenia” sociale, nel quale si confondono e manipolano i veri valori, gli ideali sembrano snaturarsi e i sentimenti che si avvertono nell’aria non sono speranza e aspettativa ma indignazione e impotenza.
Ma davvero siamo così impotenti? Davvero è impossibile sovvertire questa condizione di crisi? Forse sì, se aspettiamo che siano sempre gli altri a fare il primo passo. Forse sì, se pensiamo che per dare buoni esempi, cambiare l’andamento di una società in delirio, o semplicemente infondere un sorriso in chi ci è accanto, ci voglia chissà che cosa o sia appannaggio di tutti gli altri, eccetto noi.
Invece, basta poco.
Lo hanno capito due ragazzi di tredici anni che frequentano la terza media, senza pensarci più di tanto, ma con la spontaneità e il buon cuore che dovrebbero contraddistinguere tutti. Questi due ragazzi, insomma, hanno ben pensato di riparare una bicicletta, quella di cui la loro insegnante di arte si serviva per raggiungere la loro scuola e che aveva trovato distrutta, forse presa a calci da un gruppo di vandali ‘affetti da noia’. In un tempo in cui molti scelgono di gettare via anziché riparare, di distruggere anziché ricostruire, perché sembra più pratico e meno impegnativo, hanno preso questa bici caricandosela sulle spalle, l’hanno aggiustata dotandola di una ruota nuova e di un fiammante parafango blu. A quanto pare aggiustare e riparare, smontare e rimontare le cose è una passione di questi ragazzi: «[…] da grande voglio fare il meccanico e infatti l’anno prossimo andrò al professionale», dice uno dei due.
L’insegnante è stata così toccata dal gesto dei loro alunni che ha raccontato questo episodio alla Gazzetta di Mantova dicendo: «si sente sempre parlare di bullismo ma la scuola e i ragazzi sono anche questo, è giusto che si sappia». Ed è proprio così, è giusto che si sappia. Può sembrare solo un piccolo gesto, apparentemente semplice e poco degno di nota, ma nell’oceano di vicende brutali e allarmanti che molto spesso si presentano sotto i nostri occhi, spicca per la lezione che indirettamente ci insegna. Anche i piccoli gesti possono fare la differenza.
Si può influenzare il proprio ambiente cominciando da se stessi, da quello che si può offrire e donare agli altri, dalle proprie passioni e dai propri talenti che possono diventare strumenti e mezzi per contribuire a far star meglio qualcuno, diffondere solidarietà, condizionare in modo tangibile la propria scuola, la propria famiglia, il proprio ambiente di lavoro. Ognuno può fare qualcosa con quello che ha, con quello che è. Sta a te decidere se compiere il primo passo, ‘riparando’ quello che non va nella tua vita anziché buttarlo via, ‘aggiustare’ le tue relazioni anziché cancellarle e rinunciarvi, ‘costruire’ la tua identità e la tua personalità, mattone su mattone, anziché annullarti per paura, mancanza di coraggio, pigrizia o perché tanto ci sarà sempre qualcun altro che agirà meglio di te!
Samanta