Artefice del mio destino

La notizia è stata rilanciata da varie testate giornalistiche solo pochi giorni fa, ma l’episodio raccontato sembrerebbe riferirsi a qualcosa avvenuto da circa un paio di mesi.

Stando a quanto riportato dai quotidiani nazionali, due trapper romani di 23 e 25 anni, Traffik e Gallagher, di rientro da alcune serate a Milano, sarebbero stati avvicinati dai loro fan in cerca di foto, e per tutta risposta, avrebbero reagito malmenando i loro sostenitori (pare fossero in possesso di un tirapugni), rubando loro i cellulari. Come se non bastasse, avrebbero picchiato un cittadino del Bangladesh che aspettava l’autobus, la cui unica colpa era quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

All’uscita della notizia, i due trapper si sono difesi dicendo che non si sarebbe trattato di un’aggressione ma di aver strappato il telefono dalle mani dei loro fan, in seguito alla loro insistenza. Come non difendersi dall’insistenza della gente con un tirapugni, in fondo?!

Proviamo però ad accantonare per un attimo l’episodio in sé e proviamo a chiederci: “Ci si poteva aspettare questa reazione da parte dei due cantanti trap?”.

Se ci soffermiamo a leggere alcuni frammenti di un loro “brano” che registra circa 3 milioni e mezzo di visualizzazioni, sembrerebbe proprio di sì:

“C’ho il logo dell’Euro”, “Il mio tennis rosso ricopre i miei polsi”, “E se prendo le armi te spengo”, “Iceberg di coca, con me senti freddo”.

Si definiscono artisti solitari, che “ce l’hanno fatta” ed esaltano la propria ricchezza, unica fonte di riscatto dalle proprie origini.

E come si misura “l’avercela fatta?”. Attraverso il numero di visualizzazioni su YouTube, e i soldi ricevuti in conseguenza al numero di followers. Non importa se il prezzo da pagare è continuare a fare terra bruciata intorno a sé distruggendo le proprie relazioni, ciò che conta è solo mostrare, ostentando denaro con capi firmati, ribellione verso le regole, perché l’approvazione del pubblico ti fa sentire al di sopra di qualunque regola.

Prendiamo il controllo della nostra vita, non lasciandoci influenzare da qualcosa che ci rende burattini solitari. È ora di influenzare, e non farsi influenzare. Solo i coraggiosi sceglieranno questa strada, e ciascuno di noi ha già in dotazione la sufficiente dose di coraggio per invertire la rotta della sua vita e di quella dei suoi amici.

Siamo sicuri che ciò che ci stanno spacciando come libertà ci renda poi davvero liberi… o piuttosto, inconsapevolmente, ci stiamo rendendo schiavi di qualcos’altro?

 

Domenico

 

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