Un sogno che ha messo le ruote

Un supereroe silenzioso si muove, da anni, tra le montagne della Basilicata.

La sua identità è rimasta “segreta”, o forse sarebbe più corretto dire “ignota”, alla maggior parte della gente per ben 15 anni, fino a quando il 29 maggio 2014, nella sala Promoteca in Campidoglio, una giuria composta, tra gli altri, da volti noti dello spettacolo come Renzo Arbore, Pippo Baudo, Christian De Sica, Gigi Proietti e Carlo Verdone, ha deciso all’unanimità di assegnare lo storico «Premio Simpatia 2014» a un ex maestro di scuole elementari di nome Antonio La Cava.

Come ogni supereroe che si rispetti, anche il nostro ha una missione ben precisa: allontanare sempre più lo spauracchio di invecchiare in un paese dove non ci sono più lettori.

Quando ho visto che il libro cominciava ad essere accantonato come una cosa vecchia, superata, ho cominciato a preoccuparmi” dice “ho cominciato ad aver paura di invecchiare in un paese di non lettori..allora mi sono detto: non sono più le persone che devono andare a cercarsi i libri, sono i libri che devono cercarsi le persone

È lui stesso inoltre a rivelare quello che è stato il contesto in cui ha cominciato a farsi largo questa forte motivazione : “Ricordo che ero piccolissimo quando accadde che un giorno presi un libro da un camion che si trovava nella piazza del mio paese, e che svolgeva questo servizio di azione sociale nelle piazze dei comuni della provincia di Matera… e questa idea di portare i libri dove ce n’è sempre più bisogno, mi ha sempre accompagnato“.

È quindi sulla base di queste motivazioni che ha messo a punto la sua strategia per la salvaguardia della lettura, avvalendosi di un “potentissimo” quanto curioso Apecar, ribatezzato col nome di Bibliomotocarro, che non è altro che un motocarro trasformato in una vera e propria biblioteca ambulante.

Il motocarro rappresenta l’umiltà, in quanto da noi (in Basilicata), il motocarro è il mezzo che porta la verdura nella piazzetta. Quindi il mio intento è quello di trasmettere l’idea che il libro è un bene di uso quotidiano, come lo può essere il pomodoro o l’insalata“.

Tra gli scaffali del Bibliomotocarro è inoltre possibile trovare dei libri “speciali” chiamati “Libri bianchi”, che altro non sono che “libri scritti da bambini di paesi diversi. Ciascun bambino può prendere uno di questi libri, portarlo a casa, leggerlo, e, alla fine, aggiungere il proprio racconto, che può essere la prosecuzione delle storie già presenti o può essere un nuovo racconto. I libri aperti offrono la possibilità di uscire fuori dalla propria solitudine, raccontandosi e conoscendosi attraverso i propri scritti.

Con il suo bibliomotocarro, Antonio La Cava ha già percorso più di 170mila chilometri. E la sua speranza è che in tanti possano supportare questa sua missione perché “nessuno nasce lettore. Sta ai genitori, alla scuola, alla società fare di tutti i bambini, dei lettori. Perché è con la lettura che si formano gli uomini di domani ma soprattutto si trasmette ai bambini l’importanza della cittadinanza attiva“.

Per anni, il bibliomotocarro è andato avanti in solitudine e nell’anonimato, spinto solamente dall’entusiasmo dei ragazzi.

Antonio La Cava ha scelto di non girarsi di spalle di fronte al problema della crescente disaffezione nei confronti del libro, scegliendo come alleato un mezzo umile, semplice ed estremamente lento.

E così è diventato un supereroe che può cambiare le vite di tanti ragazzi e ragazze.

Bravo Tonino!

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