Bird Box Challenge: non fatevi male per un meme

Bird Box, pellicola firmata Netflix e diffusa il 21 dicembre 2018, in poco tempo ha già suscitato parecchio scalpore. La trama del film è alquanto inquietante: ambientato in uno scenario horror post-apocalittico, i protagonisti sono una madre, interpretata da Sandra Bullock, e due bambini (Boy e Girl) da portare in salvo, costretti alla cecità indossando una benda sugli occhi, in quanto preda di alcune entità aliene che costringono al suicidio una volta incrociato il loro sguardo.
Fin qui, niente di nuovo o di particolarmente scioccante, se non fosse che ne è conseguita una campagna virale all’apparenza ironica e a tratti parodica, ma che per la sua stessa viralità e rapida diffusione, può degenerare e far incorrere in pericoli e in rischi non indifferenti.
Sono circa 45 milioni gli account che si sono collegati a Netflix per vedere il film e tra questi non è mancato chi ha còlto la moda del momento diffondendo meme e fotomontaggi ironici. Molti, addirittura, hanno pensato di riprendere momenti della propria giornata vissuti completamente ‘al buio’, dando vita così a una competizione: la “Bird Box Challenge”, i cui estremi invece stanno già vedendo la luce. A chi ha pensato di trascorrere 24 ore con gli occhi bendati, sono seguite numerose imitazioni da parte di persone che, bendate, si tagliavano i capelli, uscivano per strada in motorino o subivano dispetti dai propri amici.
La stessa Netflix, con il timore che qualcuno, stupidamente, potesse farsi male sul serio, è corsa ai ripari. Infatti, in un tweet pubblicato dall’account ufficiale della piattaforma streaming si legge:

Non posso credere di doverlo dire, ma: PER FAVORE NON FATEVI DEL MALE CON QUESTA SFIDA DEL “BIRD BOX”. Non sappiamo com’è iniziata e apprezziamo il vostro amore, ma Boy e Girl hanno un solo desiderio per il 2019 ed è che non finiate in ospedale a causa di un meme.

A questo punto, la domanda che potremmo porci è: a che punto siamo arrivati per sbalordire e impressionare i nostri amici virtuali? Si tratta davvero di questo, di un banale video sensazionalistico da postare sui nostri social per attirare consensi, ammirazione, stupore, incredulità? O forse abbiamo bisogno di strumentalizzare la trama di un film per giustificare e assecondare quell’insito desiderio di superare i limiti, di andare oltre il consentito, di ‘farci un giro’ bendati sul filo del rasoio? È rischiando in qualche modo la nostra incolumità che possiamo stuzzicare il nostro estro, risvegliare il nostro entusiasmo, appagare la nostra soddisfazione personale?
No, davvero. Mi rifiuto di pensare che una challenge del genere possa farci davvero sentire vivi. Mi rifiuto di pensare che si possa stupire positivamente sé stessi e gli altri trascorrendo inutilmente il proprio prezioso tempo e dimostrando di non aver paura di farsi del male, di mettersi in una condizione di pericolo, per il semplice gusto di impressionare.
Ognuno di noi è stato creato per qualcosa di molto più grande: uno scopo, una causa, un obiettivo, che può sul serio IMPRESSIONARE e STRAVOLGERE la nostra società, le nostre città, la nostra cerchia di amici, la nostra famiglia, in modo positivo e indimenticabile. Tutto questo senza bende sugli occhi e sul cuore, ma con una vista ben chiara, limpida e non offuscata sul nostro potenziale, sulle nostre passioni, sui nostri sogni, sulla nostra tenacia, sulla nostra motivazione e sulla nostra voglia di non mollare mai e di influenzare le sorti di un’intera generazione. Questa è la vera sfida!

Samanta

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