Sei straordinariamente unico!
Il 12 gennaio 2019 la UCLA University twitta il video di esibizione, nella disciplina corpo libero, di una ragazza statunitense di 21 anni di nome Katelyn Ohashi, durante i campionati studenteschi del Collegiate Challenge di Anaheim in California.
In pochissimo tempo il video ha superato 13 milioni di visualizzazioni. Katelyn ha entusiasmato gli studenti in sala e, a quanto pare, è piaciuta parecchio anche alla giuria che l’ha premiata con il massimo dei voti: 10.
Sembra la storia di una delle tante giovani promesse dello sport ma, in realtà si scopre che dietro questo nome, si nasconde una storia molto più complessa.
Chi è Katelyn Ohashi?
La 21enne statunitense sembrava destinata a un futuro radioso quando era una junior: si era messa in luce con la Nazionale under 16 al Trofeo di Jesolo nel 2011-2012, aveva brillato ai Campionati Nazionali (vincendoli nel 2011) e nel 2013 era arrivato il passaggio alla categoria seniores. Il debutto tra le big è trionfale: vince l’American Cup, una delle gare internazionali più importanti del calendario (in passato ha alzato al cielo questo trofeo anche l’icona Nadia Comaneci).
È a questo punto però che accade qualcosa perché Katelyn si infortuna diverse volte, e questo rallenta la sua crescita professionale. Ma ciò che condiziona realmente la sua crescita lo rivela lei stessa, rendendo pubbliche alcune pagine del suo diario.
“Il mio allenatore dice che se sbaglio o cado è colpa del fatto che io sia troppo pesante, quindi ho iniziato a misurarmi con le mani le cosce ogni giorno per vedere se diventano più grandi. Di solito riesco a prenderla tutta con le due mani, ma oggi quando ci ho provato non ci sono riuscita. Appena me ne sono accorta, mi sono sentita distrutta e ho detto a me stessa che non avrei finito il panino che avevo per pranzo e che a cena avrei mangiato solo verdure. Adesso però ho fame, ho proprio fame.”
“Allenarsi di notte è diventato estenuante. Sul cibo, se ho la possibilità di mangiarlo, sono incontrollabile. Sto cercando una nuova soluzione. So che la bulimia non è salutare, ma potrebbe essere l’unica cosa a salvarmi. Sono stanca di mangiare solo verdure, e sono stanca di correre e di bloccarmi ogni volta perché mi sento un po’ più pesante. Questo è il quinto lunedì di fila che mi hanno cacciato dagli allenamenti perché ero troppo pesante. Penso di essere ossessionata dal peso, perché ogni volta che devo iniziare gli allenamenti, salgo sulla bilancia. E ogni volta che finisco gli allenamenti, penso alla perdita di peso. Piango fino a quando non mi addormento e, visto che non c’è nessuno con cui parlare, ho imparato che scrivere è la mia unica via di fuga.”
Katelyn era completamente ottenebrata dall’unico obiettivo di affermarsi professionalmente nella sua disciplina, al punto che finisce per detestare il suo corpo, che in quel momento rappresentava un ostacolo. Comincia a sentirsi inutile perché, nonostante i suoi sforzi, si vedeva ancora non all’altezza.
A un certo punto, però, Katelyn capisce che c’era qualcosa di molto più grande che avrebbe voluto riabbracciare, e che valeva molto più di una medaglia Nazionale o mondiale.
“Finalmente, ho spiegato al mio coach e all’università che avevo scelto di seguire un altro obiettivo e sono stata in grado di ritrovare questa felicità che non vivevo da tanto tempo. Una sensazione che non può venire dal podio con le medaglie ma dal sorridere davvero felice con me stessa.”
E quel sorriso, Katelyn, lo ha tenuto stampato sul suo volto per tutti i 90 secondi di esibizione, entusiasmando il pubblico dell’Arena di Anaheim.
Non importa che si tratti solo di un campionato studentesco, Katelyn oggi è felice, continua a fare ciò per cui ha talento e lo fa con la consapevolezza di essere stata creata in modo unico e perfetto.
Domenico