Un’impronta indelebile
In occasione dei 50 anni dello sbarco sulla luna, in questi giorni in tv si è sentito parlare spesso della formidabile impresa che dopo così tanti anni ci ammalia ancora.
Una volta a parlare della luna e a dedicarle poesie erano poeti come Leopardi (“Che fai tu in ciel? Dimmi che fai silenziosa luna?”) oppure gli innamorati, cantautori vari o i ragazzi romantici che nella luna vedevano una proiezione dei loro sentimenti.
Ma adesso, con il cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla luna e la celebrazione dell’impresa dell’Apollo 11 avvenuta alle 22:17 Italiane del 20 Luglio 1969, siamo ancora tutti a bocca aperta a riguardare quelle immagini in bianco e nero dove per la prima volta in assoluto il piede di un uomo toccava un altro corpo celeste.
Questo giorno è entrato nella storia dell’uomo e sicuramente anche le generazioni future sapranno chi sono stati Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins. Se Armstrong rimarrà per sempre nella storia come colui che per primo in assoluto toccò il suolo lunare, il secondo invece sarà sempre ricordato come “l’uomo del passo dopo”, mentre Collins come l’uomo più solo dell’universo perché rimase, appunto da solo, in orbita lunare per 24 ore mentre gli altri due facevano i primi passi sulla luna, tagliandolo fuori da tutte le comunicazioni radio con la Terra.
Osservando i vari documentari che in questi giorni ci hanno accompagnato, ho riflettuto molto su questa impresa. Incredibile pensare che per quanto loro erano molto preparati e positivi, vi erano molte probabilità di fallire in varie fasi della missione ma tutto andò secondo i piani.
Se prima di questo giorno andare sulla luna era possibile solo nei sogni, dopo quel giorno il sogno diventò realtà. Un sogno per quanto grande possa essere e alle volte quasi impossibile da realizzare, c’è bisogno di fede per poterlo afferrare. Se persino andare sulla luna è stato possibile, qual è quel sogno che oggi ti sembra impossibile da realizzare?
Cosa ti sta frenando? E soprattutto quanto ci stai credendo?
In una intervista di Alberto Angela a Micheal Collins durante il documentario MOONDAY, quest’ultimo affermava che per quanto sapeva che c’erano varie possibilità di non farcela a portare a termine la missione e forse nemmeno a tornare sulla Terra, loro erano positivi e per questo oggi i loro nomi sono scritti nei libri di storia di tutto il mondo.
E tu per cosa vuoi essere ricordato?
Ancora oggi dopo 50 anni ci sono le impronte di Armstrong e Aldrin sul suolo lunare. Tu dove lascerai la tua impronta? Sei pronto a scrivere un nuovo capitolo della storia della tua scuola, del tuo paese e perché no della nostra nazione?
Francesca
Redazione IAMREV